lunedì 6 luglio 2009

Adunata Del Contemporaneo

Inumano

Vagoni appiattiti su una rete concentrica
scheletro metallico di un’ Europa di ‘periferie’
disegnata da desideri di pulizia all’origine
per un nuovo ‘centro’.

Destinazioni in campi sempre vuoti
così efficienti nel turnover
da essere invisibili allora
e non credibili oggi.
Ma dove sono?
Oggi si prova con qualche successo a negare
ciò che celava le vere ragioni.
Non è difficile, in fondo, nascondere il nulla,
un piccolo aiuto viene dall’ omertà.

Piastra di corpi
più riconoscibili di un indistinto cumulo
anime così degne di preghiera
se sole.

Ma ti accorgi di morti impedite da un gesto
come se non fosse naturale
dormire per sempre.

Morti sull’attenti
con il braccio alzato
saluto deferente al ‘mostro freddo’
il più gelido dei più gelidi mostri
anche quando mente: ‘Io, lo Stato, sono il popolo’.

Estremo saluto all’ordine imposto
senza il piacere di rivedere scorrere in un attimo la vita.

Per questo piangi
e cerchi una muta preghiera
incerto.

Ma la rigidità deferente
di cadavere ancor prima
ti fa sorridere
(non potrebbe altrettanto la fossa comune)
e scorgi nei corpi liquefatti
nel loro lento cambiare di stato
il piacere di giustizia, la sua fine
l’oblio.

Un freddo morso ti ha reso crudele.

patax

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